Celano, il mistero dei documenti pubblici scomparsi dura da 30 anni. Prima Parte
1 Marzo 2018
CELANO – Madonna del Carmine
1 Marzo 2018
Celano, il mistero dei documenti pubblici scomparsi dura da 30 anni. Prima Parte
1 Marzo 2018
CELANO – Madonna del Carmine
1 Marzo 2018

Incendi boschivi… è ora di mettere la testa a posto.

l’insorgenza degli incendi oltre  che come visto è provocato da delinquenti e piromani, è anche legata prevalentemente a fattori socio economici, come lo spopolamento di vaste aree, l’abbandono dell’agricoltura, e la distribuzione di nuovi insediamenti in ambiente rurale.

Se è vero come è vero che la variabilità climatica incide sul regime degli incendi in quanto influisce sulla produzione, sulla distribuzione e sull’umidità della vegetazione (combustibile), bisognava e bisogna scegliere bene le piante con le quali si vogliono rimboscare parti di territorio.

Infatti scelte scellerate che miravano solo ad un rapido accrescimento delle piantagioni sia per problemi economici che forestali, hanno scatenato all’inizio del novecento alla piantagioni di migliaia di ettari di Pino Nero ed aghifoglie in genere.

monte-morrone-incendio-672x360

Ora sapendo che nel bacino del Mediterraneo le cause d’incendio sono da ricondursi soprattutto alle attività antropiche, in quanto gli incendi sono favoriti da pratiche secolari che hanno sempre incoraggiato all’uso del fuoco come strumento di bonifica del territorio per usi agro-pastorali, e sapendo che l’incidenza delle cause naturali (fulmini) è statisticamente inferiore all’1% del totale degli eventi che si verificano nel territorio (Saba, 2004); non rimane altro che procedere ad uno studio succeduto da attività pratiche nel rimboschire alberi che hanno una potenzialità minore a prendere fuoco, e non alberi impregnati di resina che alla prima scintilla si incendiano come benzina.

bc

Infatti il fuoco può essere paragonato ad un ‘erbivoro’ che seleziona in maniera preferenziale le differenti 27 categorie vegetazionali, a meno che non ci stata una volontà specifica di appiccare fuochi direttamente su altre qualità vegetative.

A rincarare la dose sulla negatività delle “conifere”, è uno studio di Febbraio 2016, pubblicato su Science realizzata da un team di studiosi internazionali guidati da Kim Naudts del Laboratorio di Scienze su Clima e Ambiente di Gif-sur-Yvette, in Francia. Tale team, attesta che dall’800 a oggi sono state piantate in Europa più conifere che latifoglie: una scelta, rivela la ricerca, che ha aggravato il riscaldamento globale. Infatti sembra che a causa del colore delle loro foglie le conifere, accumulano più calore e rilasciano più anidride carbonica, hanno contribuito al surriscaldamento globale, anziché diminuirlo.

images

Lo studio parte da un confronto: fra il 1750 e il 1850 la deforestazione legata alla rivoluzione industriale ha portato alla perdita di migliaia di ettari di superficie boschiva europea: un’area, per intenderci, più grande della Grecia. Ma nei 160 anni successivi, la tendenza si è invertita. E fra il 1850 e il 2010 si è addirittura riforestato più territorio di quello distrutto: ripiantando 386mila chilometri quadrati di alberi, un territorio grande quanto la Germania. Peccato che le scelte fatte all’epoca, oggi si rivelino sbagliate. Perché alle autoctone latifoglie (querce, roveri, betulle) si sostituirono conifere (pini scozzesi, abeti rossi e pino nero). “Una scelta per l’epoca comprensibile”, dice Giuseppe Barbera, professore di Colture Arboree all’Università di Palermo, autore del saggio Abbracciare gli alberi. “Le conifere crescono rapidamente anche su suoli molto sfruttati. E poi hanno un buon valore commerciale. Era però implicito che dopo aver piantato le conifere andava fatto un “latifondamento”: inserendo, cioè, piante autoctone. E questo si è fatto poco”.

incendio-morrone-770x400

“Le vecchie latifoglie avevano colori più chiari”, spiega Paolo Trost, professore di Fisiologia vegetale all’Alma Mater di Bologna. “Erano dunque ecologicamente più efficienti delle scure conifere”. Che in pratica assorbono più calore, emettono meno vapore acqueo e contribuiscono così ad alterare le escursioni di temperatura fra giorno e notte. Per questo, concludono gli autori della ricerca, anche se la superfice dei boschi è aumentata, la scelta di piantare conifere ha contribuito al surriscaldamento globale, piuttosto che mitigarne gli effetti, dello 0,12 celsius. Pari cioè al 6% dell’incremento dovuto ai combustibili fossili.

effetto-serra-okpedia

Questo perché dal 1850 a oggi si è accumulato un debito di carbonio, cioè uno sbilanciamento tra emissioni e assorbimento di CO 2 , pari a 3,1 milioni di tonnellate che ha determinato lo squilibrio energetico che ha incrementato le temperature.

 

Questi, “Sono risultati da tenere in considerazione in vista di future politiche di riforestazione”, conclude Trost. “La conservazione delle foreste resta un obiettivo primario, ma la loro gestione va affrontata basandosi sulle nuove conoscenze”. Imparando, cioè, a scegliere il fiore giusto. Nel nostro caso tali scelte (latifoglie), sarebbe stata un’arma se non efficace, ma mitigativa del rischio incendi.

500_3_EffettoSerra_Ambiente

“Due secoli e mezzo di gestione forestale in Europa non hanno rinfrescato il clima”, anzi……

 

Giancarlo Sociali

Comments are closed.